piccolo laboratorio di condivisione "mericiana" per persone che non hanno la presunzione di essere già arrivate...

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domenica 26 gennaio 2014

26 gennaio 2014 - Unite di cuore, sarete una fortissima rocca


In quest’ultimo ricordo ritorna il desiderio e la preghiera di Gesù prima di morire. La comunione, l’unità, è il luogo dove dimora il Signore. E’ una comunione in Cristo, che si allarga alla Madre di Dio, ai Santi, al Paradiso! E’ come se si ristabilisse quell’armonia di tutte le cose, spezzata dal peccato.  Angelo la raccomanda “fin col sangue”, consapevole del necessario cammino di liberazione dalla propria volontà: questo “insieme” è segno e garanzia di vita e di grazia.



Ultimo Ricordo [nono]
L’ultima raccomandazione mia che vi faccio, e con la quale fin col sangue vi prego, è che siate concordi, unite insieme tutte d’un cuore e d’un volere.
Siate legate l’una all’altra col legame della carità, apprezzandovi, aiutandovi, sopportandovi in Gesù Cristo.
Perché, se vi sforzerete di essere così, senza dubbio il Signore Dio sarà in mezzo a voi,
avrete in vostro favore la Madonna,
gli Apostoli,
tutti i Santi e le Sante,
gli Angeli,
insomma tutto il cielo e tutto l’universo.
Perché Dio ha predisposto dall’eternità così: che coloro che sono concordi nel bene per suo onore, abbiano ogni prosperità, e ciò che fanno vada a buon fine avendo essi in loro favore Dio stesso e ogni sua creatura.
Considerate dunque quanto è importante tale unione e concordia.
Allora desideratela,
cercatela,
abbracciatela,
conservatela con tutte le vostre forze.
E io vi dico che, stando voi tutte così insieme unite di cuore, sarete come una fortissima rocca o torre inespugnabile
contro tutte le avversità,
e persecuzioni,
e inganni diabolici.
E ancora vi do la certezza che ogni grazia che domanderete a Dio vi sarà concessa infallibilmente.
E io sempre sarò in mezzo a voi, aiutando le vostre preghiere.
Animatele, dunque, a compiere coraggiosamente l’impresa incominciata.
E nello stesso tempo rallegratevi perché senza dubbio quel che vi dico avverrà.
Oltre alla grandissima ed inapprezzabile grazia che l’Amatore mio, anzi nostro, vi darà al punto estremo della morte;
perché è nei grandi bisogni che si riconosce la vera amicizia.
E ritenete per certo che allora specialmente conoscerete che io vi sono fedele amica.
Ora vi lascio; state contente, e abbiate viva fede e speranza.
Ma prima voglio che siate benedette, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.

Pausa di silenzio
Preghiamo
Celebriamo il Vespro

sabato 25 gennaio 2014

25 gennaio 2014 - Tutte sono creature di Dio


Il cammino spirituale di ogni persona è custodito nel mistero di Dio. Angela ne è consapevole, come rivela la sua preghiera, dove apre totalmente il cuore a lui, senza paura di mostrarsi peccatrice, amata. La fiducia totale in Dio, che può tutto, è il fondamento della speranza e dello sguardo buono e misericordioso su ogni creatura, pur correggendola con amore e carità. Dio può trasformare la pietra grezza in un capolavoro.



Ottavo Ricordo 
Amate le vostre figlioline ugualmente, e non vogliate parteggiare più per l’una che per l’altra,
perché tutte sono creature di Dio, e voi non sapete che cosa lui voglia fare di loro.
Infatti, come potete sapere voi se quelle che vi sembrano più da poco e di minor conto non siano per diventare le più generose e le più gradite alla sua maestà?
E poi, chi può giudicare il cuore e i pensieri nascosti nell’intimo della creatura?
Allora accettatele con amore e sopportatele tutte egualmente, perché non sta a voi giudicare le ancelle di Dio: il quale sa bene che cosa ne vuol fare;
lui che (come dice la Scrittura) dalle pietre può cavare dei figlioli celesti.
Voi fate nondimeno la vostra parte correggendole con amore e carità se le vedrete cadere in qualche errore per qualche fragilità umana,
così non cesserete di potare questa vite che vi è affidata.
E poi lasciate fare a Dio, il quale farà cose mirabili a suo tempo e quando gli piacerà.

Dalla Regola, Dell’Orazione, Cap. V
Mi dolgo d’esser stata tanto lenta a incominciare a servire
la tua divina Maestà.
Ahimè! finora non ho mai sparso neppure una piccola goccia di sangue
per amor tuo,
e nemmeno sono stata obbediente ai tuoi divini precetti,
e ogni avversità mi è stata aspra per il mio poco amore per te.

Signore, in luogo di quelle misere creature che non ti conoscono,
né si curano di essere partecipi ai meriti della tua sacratissima passione,
mi si spezza il cuore, e volentieri (se lo potessi)
darei io stessa il mio san­gue per aprire la cecità delle loro menti.
Perciò, Signore mio, unica vita e speranza mia,
ti prego: degnati di ricevere questo mio cuore vilissi­mo ed impuro,
e di bruciare ogni suo affetto e ogni sua passione nell’ardente fornace del tuo divino amore.

Ti prego: ricevi il mio libero arbitrio,
ogni atto della mia volontà, la quale da sé, infetta com’è dal peccato, non sa discernere il bene dal male.

Ricevi ogni mio pensare, parlare ed operare;
insomma: ogni cosa mia, tanto interiore quanto este­riore.
Tutto questo io offro ai piedi della tua divina Mae­stà.
E ti prego, degnati di riceverlo, benché io ne sia in­degna.
Amen.”



Pausa di silenzio
Preghiamo
Celebriamo il Vespro

venerdì 24 gennaio 2014

24 gennaio 2014 - E fate vita nuova



"Come può nascere un uomo quando è vecchio?” E’ la domanda di Nicodemo a Cristo (Gv 3, 4), che gli rivela il mistero di una nuova nascita, dall’alto, possibile solo nello Spirito. Proprio lo Spirito, che Angela Merici accoglie, nella preghiera e supplica incessante è l’autore della vita nuova che lei vive e invita a percorrere.



Settimo Ricordo
Sappiate che avete da difendere e salvaguardare le vostre pecorelle dai lupi e dai ladri, …
Perché molti, sotto specie di buon consiglio, sogliono smuovere la mente di molte poverette da qualche loro buon sentimento e proponimento.
Ora, quanto al preservarle dalle pestifere opinioni degli eretici, quando sentirete che qualche predicatore o altra persona ha fama di eresia,
o predica cose nuove oltre l’usanza comune della Chiesa,
e contro quello che avete avuto da noi,
allora, con bella maniera, tenete lontane le vostre figlioline dall’ascoltare simili persone.
Perché accade spesso che si piantino nella mente certe cattive sementi che poi a stento si possono sradicare.
Sicché anche voi non abbiate dimestichezza con loro.
Lasciateli nel loro stato.
Tenete ognuno per buono,
ma siate prudenti per il bene vostro.
Perché è meglio seguire senza pericolo il certo, piuttosto che l’incerto con pericolo.
Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova.
Quanto alle altre opinioni che adesso sorgono e sorgeranno, lasciatele andare come cose che non vi riguardano.
Ma pregate e fate pregare, perché Dio non abbandoni al sua Chiesa, ma la voglia riformare come a lui piace,
e come vede essere meglio per noi,
e più ad onore e gloria sua.
In questi tempi pericolosi e pestiferi, infatti, non troverete altro ricorso che rifugiarvi ai piedi di Gesù Cristo,
perché se è lui che vi governerà e vi insegnerà, sarete istruite, come dice ancora il Profeta: beato è colui che tu, Signore, avrai istruito.
Allora umiliatevi sotto la sua mano potente gridando col profeta e sarete illuminate.

Dalla Regola, dell’Orazione, Cap. V
Signor mio, illumina le tenebre del mio cuore,
e dammi la grazia di morire
piuttosto che offendere oggi stesso la tua divina Maestà.
E rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi,
così che non deviino né a destra né a sinistra,
né mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento
ogni cuore afflitto.
Misera me che, entrando nel segreto del mio cuore,
dalla vergogna non oso alzare gli occhi al cie­lo;
merito, infatti, di esser divorata da viva nell’inferno,
poi­ché vedo in me tanti errori, tante bruttezze e tendenze riprovevoli
Sono, dunque, costretta, giorno e notte, andando, stando, operando, pensando, a confessarmene ad alta voce  a gridare verso il cielo, chiedendo misericordia e il tempo di far penitenza.
Degnati, o benignissimo Signore, di perdonarmi tan­te offese,
e ogni mio fallo che mai abbia commesso fino ad ora dal giorno del santo battesimo.
Degnati di perdonare i peccati, anche di mio padre e di mia madre, e dei miei parenti ed amici, e del mondo intero.
Te ne prego per la tua sacratissima passione e per il tuo sangue prezioso sparso per amor nostro;
per il tuo santo nome: sia esso benedetto sopra la re­na del mare, sopra le gocce delle acque, sopra la moltitudine delle stelle.

Pausa di silenzio
Preghiamo
Celebriamo il Vespro

giovedì 23 gennaio 2014

23 gennaio 2014 - Le vostre figlioline possano specchiarsi in voi


Dall’amore ricevuto da Dio, che ha preceduto con il suo amore, ogni orsolina è chiamata a far crescere Cristo nel prossimo, innanzitutto con l’esempio e la testimonianza della vita. Fanno eco le parole della Regola, dove Angela ricorda che tutti i nostri comportamenti siano di edificazione per gli altri. Si tratta di collaborare con Cristo affinché possa crescere l’uomo nuovo, per giungere insieme a edificare il suo Corpo, la Chiesa.





Dal Sesto Ricordo
Voi vivete e comportatevi in modo che le vostre figlioline possano specchiarsi in voi.
E quel che volete che loro facciano, fatelo voi per prime.
In qual modo potrete voi riprenderle o ammonirle di qualche errore, se questo si trova ancora in voi?
Ovvero richiamarle e indurle a qualche virtù, se non l’avete voi per prime?
o se almeno non incominciate a praticarla insieme a loro?
Allora, fate in modo che, ancora per il vostro esempio, si muovano e si incoraggino al vivere virtuoso.
E vogliatevi conformare con loro in ogni atto di onestà e virtù a voi conveniente e possibile, specialmente nel comportamento, nel frequentare la confessione e la comunione, e in altre simili opere.
Perché è cosa giusta e conveniente che le madri siano di esempio e di specchio alle figliole, specialmente nell’onestà e nel comportamento, e in altre azioni ordinarie e fuori dell’ordinario.

Dalla Regola, Della verginità, Cap. IX
Ognuna deve dunque in ogni cosa comportarsi così da non commettere né in se stessa, né nei confronti del prossimo, cosa alcuna che sia indegna di spose dell’Altissimo.
Allora: soprattutto si tenga il cuore puro e la coscienza monda da ogni pensiero cattivo,
da ogni ombra d’invidia e di malevolenza
da ogni discordia e cattivo sospetto,
e da ogni altro desiderio cattivo e cattiva volontà.
Ma sia lieta, e sempre piena di carità, e di fede, e di speranza in Dio.
E il comportamento col prossimo sia giudizioso e mo­desto, come dice san Paolo: il vostro riserbo e la vostra prudenza siano visibili a tutti, di modo che ogni vostro atto e ogni vostro parlare siano onesti e misurati,
non nominando Dio invano,   
non giurando, ma dicendo soltanto con modestia: sì, sì, oppure no, no, come Gesù  Cristo insegna,
non rispondendo superbamente,
non facendo le cose malvolentieri,
non restando adirata,
non mormorando,
non riportando cosa alcuna di male.
Insomma: non facendo atto, né gesto alcuno che sia indegno in particolare di chi porta il nome di serve di Gesù Cristo.
Ma tutte le parole, gli atti e i comportamenti nostri siano sempre di ammaestramento e di edificazione per chi avrà a che fare con noi,
avendo noi sempre nel cuore un’ardente carità.

Pausa di silenzio
Preghiamo
Celebriamo il Vespro

mercoledì 22 gennaio 2014

22 gennaio 2014 - Gesù unico tesoro


 Il vero e unico tesoro di Angela Merici è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, sua divina Maestà, il Tutto, lo Sposo che l’ha prevenuta con un’iniziativa d’amore. È Lui il riferimento costante dei suoi desideri, pensieri e azioni, l’Amatore, il suo Signore, unica sua vita e speranza.
Il carisma mericiano, affidato ad ogni orsolina, è rivelare nella Chiesa il mistero di Cristo-Sposo e testimoniarlo al mondo con la vita e la fecondità di relazioni nuove, generatrici di vita.  
Ciò chiede povertà di spirito, apertura, accoglienza del Dono.



Dal Quinto Ricordo 
Mettano la loro speranza e il loro amore nel solo Iddio, e non in persona vivente.
Confortatele, animatele, perché stiano di buona voglia.
E darete loro questa buona notizia che io annuncio loro da parte di Gesù Cristo e della Madonna:
quanto hanno da rallegrarsi e far festa perché in cielo a tutte, una per una, è preparata una nuova corona di gloria e d’allegrezza,
purché stiano ferme e salde nel loro proposito,
e si sforzino di osservare la Regola.
E su questo non abbiano alcun dubbio.
Anche se, alle volte, avranno qualche tribolazione o affanno, tuttavia passeranno presto e si volgeranno in allegrezza e gaudio.
E poi, il patire di questo mondo è un niente di fronte a quei beni che ci sono in paradiso.
Inoltre tengano per certissimo questo: che mai saranno abbandonate nelle loro necessità. Dio provvederà mirabilmente.
Non si perdano di speranza.
Quanti signori, regine e altre persone importanti vi sono che, per quante ricchezze e per quanto potere abbiano, non potranno trovare un vero conforto in qualche loro estremo bisogno!
E invece loro, pur povere, troveranno consolazione e ristoro.
Direte loro ancora che adesso sono più viva di quando mi vedevano materialmente,
e che adesso più le vedo e le conosco,
e più le posso e le voglio aiutare,
e che sono continuamente fra loro con l’Amatore mio, anzi nostro e comune di tutte,
purché credano e non si perdano d’animo e di speranza.
Così voi abbondate nelle promesse, che non mancheranno i fatti, specialmente a quelle che vedrete sconsolate, dubbiose e timide.
Dite loro che desiderino vedermi non in terra, ma in cielo, dove è il nostro amore.
Mettano lassù le loro speranze, e non sulla terra.
Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro, perché così avranno in lui anche il loro amore.
E si deve cercarlo non qui in questo mondo, ma su nell’alto dei cieli, alla destra del Padre, come dice l’Apostolo.


Dalla Regola, Della povertà, Cap. X 
Esortiamo finalmente ognuna ad abbracciare la povertà,
non solamente quella affettiva delle cose temporali,
ma soprattutto la vera povertà di spirito,
con la quale l’uomo si spoglia il cuore da ogni affetto
e da ogni speranza di cose create,
e di se stesso.
E in Dio ha ogni suo bene, e fuori di Dio si vede povero del tutto, e proprio un niente, mentre con Dio ha tutto.



Pausa di silenzio 
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martedì 21 gennaio 2014

21 gennaio 2014 - Stringere loro la mano anche da parte mia

Novena di preparazione alla Festa di Sant'Angela 2014, a cura delle Orsoline Figlie di Maria Immacolata di Verona.


Se la Regola è il capolavoro della spiritualità mericiana, i Ricordi sono il capolavoro della tenerezza materna di sant’Angela. Si tratta di un progetto non facile, che richiede costante presenza a se stessi e soprattutto un costante rimanere in Dio. Forse consapevole di  questo, Angela non esita a manifestare la sua capacità di comprensione, di “piacevolezza e umanità”, come se volesse farsi più vicina a noi e farci sentire che ci vuole bene e che ci aiuterà. La “stretta di mano”, data da parte sua, ormai consapevole di essere alla fine dei suoi giorni terreni, è segno di fiducia in Dio, e di una presenza che in lui ha vinto, anche la separazione della morte.




Dal Quinto Ricordo

Vogliate spesso (secondo che avrete tempo e possibilità) specialmente nei giorni di festa, andare a trovare le vostre care figlie e sorelle;
e salutarle, vedere come stanno, confortarle, animarle a perseverare nella vita intrapresa;
invitarle a desiderare le allegrezze e i beni celesti, a bramare quelle feste allegre e nuove del cielo, quei trionfi beati ed eterni.
E lasciare ormai totalmente l’amore di questo mondo miserabile e traditore, nel quale non vi è mai né riposo né alcuna vera soddisfazione,
ma solamente vi sono o sogni vani, o aspri travagli, e ogni cosa infelice e meschina.
Raccomandate loro che, nelle case, si comportino bene, con buon criterio, con prudenza e modestia;
siano riservate e sobrie in ogni cosa.
Mangino e bevano non per il gusto né per saziare l’appetito, ma solamente per il bisogno di sostenere la natura così da poter meglio servire Dio.
Siano sobrie anche nel dormire, dormendo solamente quanto richiede la necessità;
anche nel ridere siano garbate e sobrie.
Nell’ascoltare, non si dilettino di udire se non cose oneste, lecite e necessarie.
Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate; non aspre, non crude, ma umane e inducenti a concordia e carità.
Dite loro che, in qualunque luogo si trovino, diano buon esempio.
E che siano per tutti un profumo di virtù.
E siano obbedienti e soggette ai loro superiori.
E cerchino di mettere pace e concordia dove si troveranno.
Soprattutto siano umili ed affabili.
E tutto il loro comportamento, le loro azioni e le loro parole siano secondo carità, e sopportino ogni cosa con pazienza; specialmente con queste due virtù si rompe la testa al diavolo.
E quando le visiterete, io vi do l’incarico di salutarle e stringere loro la mano anche da parte mia.
E direte loro che vogliano essere unite e concordi tutte insieme, essendo tutte di un volere, tenendosi sotto l’obbedienza della Regola, perché sta tutto qui.
Facciano onore e Gesù Cristo, al quale hanno promesso la loro verginità e se stesse.

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lunedì 20 gennaio 2014

20 gennaio 2014 - Nella sua bontà immensa mi ha eletta ad essere Madre


Novena di preparazione alla Festa di Sant'Angela 2014, a cura delle Orsoline Figlie di Maria Immacolata di Verona.


Canto


L’amore preveniente di Dio è uno dei punti fermi della spiritualità mericiana. Nella sua bontà immensa siamo elette; dall’amore di Dio abbiamo ricevuto il dono della maternità spirituale. E’ una chiamata che chiede una risposta dal cuore indiviso. Per la madre secondo lo spirito, i figli non sono propri, se non nella misura in cui è chiamata a condurli a Cristo. Per questo la maternità spirituale non può essere possessiva. Vuole verginità nell’amore.









Dal Terzo ricordo
Tenetevi sottomesse alle madri principali che io lascio al mio posto,come è giusto.
E ciò che fate, fatelo obbedendo a loro e non seguendo il vostro giudizio.
Perché, obbedendo a loro, obbedirete a me; obbedendo a me, obbedirete a Gesù Cristo,
il quale, nella sua immensa bontà, mi ha eletta ad essere madre, e viva e morta, di così nobile Compagnia, benché dal canto mio ne fossi indegnissima;
e, avendomi eletta, mi ha dato anche la grazia di poterla governare secondo la sua volontà.
Però, se vi capitasse di avere qualche giusto motivo di contraddirle o riprenderle, fatelo con tatto e con rispetto.
E se non vorranno acconsentire, portate pazienza.
E sappiate che è cosa giusta amar le madri se sono buone, e sopportarle se sono strane.
E guardatevi assolutamente dal lamentarvi, dal mormorare o dal dir male di loro; né con gli estranei, né con le vostre figliole.
Ma dappertutto conservate onore e rispetto alle vostre madri, considerando che, se Dio comanda che si debbano onorare il padre e la madre carnali, tanto più si devono apprezzare le madri spirituali.
Pertanto, fate in modo che godano sempre di stima e di rispetto, specialmente presso le vostre figlioline.
E pensate che, se sono buone, non le meritate, e se sono cattive, ne meritereste ancor di peggiori.
Ad ogni modo, se avrete in cuore qualcosa che vi dispiaccia in loro, a ragione e senza scrupolo ne potrete parlare in segreto con qualche persona buona e fedele sotto ogni aspetto.
Sappiate tuttavia che, se verrete a conoscere chiaramente che sono in pericolo la salvezza e l’onestà delle figliole, non dovrete per niente consentire, né sopportare, né aver riguardo alcuno,
tutto, però, sempre con buon discernimento e con maturità di giudizio.

Dal Quarto ricordo
Sarete sollecite e vigilanti per conoscere, e capire il comportamento delle vostre figliole, e rendervi conto dei loro bisogni spirituali e temporali.
E così, provvedete voi meglio che sia possibile, se lo potete, perché dovete dare alle matrone meno fastidio e meno impaccio possibile.
Ma se non potrete provvedere voi, ricorrete alle madri principali, e prontamente, e senza riguardo alcuno, esponete loro i bisogni delle vostre pecorelle.
E se le vedrete lente a provvedere, siate insistenti;
e in tal caso per parte mia siate anche importune e fastidiose.
Perché, se mai per causa e negligenza vostra qualcuna si perdesse, Dio ve ne domanderebbe stretto conto il giorno del giudizio.
Dovete, infatti, sapere questo, e tenerlo per certo, che lui non mancherà mai di provvedere alle loro necessità sia materiali che spirituali, purché non si manchi da parte vostra.
Perché se Dio ha piantato questa Compagnia, mai non l’abbandonerà;
dice, infatti, la Scrittura: mai ho visto che il giusto sia stato abbandonato, né che la sua discendenza sia andata mendicando.

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