piccolo laboratorio di condivisione "mericiana" per persone che non hanno la presunzione di essere già arrivate...

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mercoledì 31 agosto 2011

L'equilibrio sta nel movimento

La scelta di crescere non è mai facile, perchè richiede impegno e volontà di sacrificio.
Un principio fondante un progetto di crescita da comprendere e da interiorizzare è il seguente:
l'equilibrio sta nel movimento!
Si invecchia nel momento in cui si smette di danzare sui sentieri della vita: il movimento permette di sprigionare la propria vitalità interiore. L'indifferenza e la noia segnano un fastidioso tic-tac il monotono scorrere di spente lancette. Inoltre siamo tentati dalle sirene di una vita comoda, agiata e piena di comfort.
Henri Matisse, La danza, 1910
La creatività si spegne nell'abitudinarietà e i nostri giorni assomigliano al comando di un televisore che offre palinsesti preconfezionati di finte risate e ripetitivi copioni di stupidità.
Manca il gusto dell'esplorazione, del mettersi in movimento verso nuovi orizzonti e nuove affascinanti conquiste.
L'equilibrio lo si mantiene muovendosi; l'immobilità è assenza di equilibrio. Una vita che stagna emana cattivi odori.
L'equilibrio sta nel movimento.
Smettere di danzare é inacidirsi, ingobbirsi e lasciarsi sommergere dalla soffocante polvere del passato.
da
Volersi bene. In viaggio verso il vero sé
Pietro Lombardo, Ed. Vita Nuova


"Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a Lui col vostro cuore..."
Angela Merici, Ricordi, Prologo






martedì 30 agosto 2011

Senza opporre resistenza allo Spirito

Angela Merici è una donna che non ha avuto paura di affrontare grandi imprese, non si è limitata a veleggiare sotto costa, non si è accontentata del piccolo cabotaggio, ma si è lanciata nel mare aperto della vita, senza opporre resistenza al vento dello Spirito.

Disponibile alla voce di Dio ha aperto alle donne una nuova via per la realizzazione di sé e ha inaugurato un nuovo stile di vita oggi pienamente attuale, dando inizio a una "compagnia" di persone che condividono il pane dello stesso ideale di vita.
da 
Angela, donna sulle orme di Dio
Supplemento a "Audi, filia", 1991



"Entri lietamente e di propria volontà"
Angela Merici, Regola

lunedì 29 agosto 2011

Lasciatevi trasformare

Questa preghiera di Romano Guardini mi pare che, per alcuni aspetti, possa ben commentare il versetto di Rm 12,2.


Grazia che è in me
O Padre, fammi cosciente
di questa vita di grazia che è in me,
Fammi persuaso che essa è più reale
di tutta la vita del tempo.
Fammi sentire
il suo prego divino,
in cui sta il senso
ultimo della nostra esistenza.
Dammi grande serietà
in tutto ciò che riguarda la fede.
Insegnami a riconoscere
di che cosa ha bisogno
per poter sussistere e portare frutto.
Dammi esatta coscienza
della sua forza,
ma anche della sua fragilità.
E quando, nel corso degli anni,
il mio pensare e il mio sentire
si trasformeranno,
con essi non muti il contenuto sacro,
ma la forma umana del mio credere.



E poi lasciate fare a Dio, il quale farà cose mirabili a suo tempo e quando gli piacerà.
Angela Merici, Ottavo Ricordo



sabato 27 agosto 2011

Che giova all'uomo

Brevi commenti al Vangelo del giorno  tratti da  GESU' CRISTO SALVATORE E MAESTRO MEDITAZIONI con riflessioni introduttive di Paolo VI a cura di Mario Trebeschi, 1998.


Mt 16,26 
"E' un errore fatale di calcolo il nostro, se poniamo la nostra fiducia nei beni propri dell'ordine temporale, la durata della nostra esistenza presente, il benessere economico e edonistico, la fiducia nella ricchezza più che nella virtù. Non udiamo noi forse in questo momento la severa, ma sapiente parola di Cristo a chi aveva posto tutti i suoi progetti e la sua fortuna nell'abbondanza dei beni posseduti: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata, e quanto hai preparato di chi sarà?"
Paolo VI, Ins. XIII, 12 febbraio 1975


"Vi sono di quelli che amano più le cose loro che se stessi, e trascurano di seguir Gesù Cristo  per correr dietro affannosamente alle ricchezze, alla gloria, all'amor delle creature. Oh! se costoro facessero e patissero per Dio quanto patiscono per il mondo, sarebbero santi!"
Elisabetta Girelli, VdGC


"Anima mia, solleva lo sguardo al cielo con confidenza: là vi è il tuo buon Padre"
Maddalena Girelli, Mem. I


Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro, perché così avranno in Lui anche il loro amore.
Angela Merici, Quinto Ricordo

Scegliersi ogni giorno

Signore, insegnami che la fedeltà
è scegliersi di nuovo ogni giorno.
Scoprire dentro di noi 
strade inesplorate.
Vivere insieme, non con l'amore di ieri,
ma quello di oggi.
Amarsi, non per le ragioni di ieri,
ma per quelle di oggi.
Signore, insegnami che la fedeltà
non può essere chiusa,
soffocata, in schemi, in strutture.
La fedeltà s'inventa momento per momento.
Scoprendo che l'amore, se è vero,
ha sempre nuove esigenze interiori.
Quando non ne ha, è morto.
E allora la fedeltà non serve più.
Diventa al massimo un pezzo archeologico.
Magari di valore. Perchè è una cosa rara.
Ma molto spesso inutile.
Insegnami che la fedeltà è una dura conquista.
E' tracciare insieme un solco profondo.
Incancellabile.
Contro il quale né venti né maree
possono nulla.
Un solco scavato nel vivo dell'esistenza,
che segue sempre la stessa direzione:
quella dell'amore.
ANNIE CAGIATI


"...credano e non si perdano d'animo e di speranza"
Angela Merici, Quinto Ricordo

venerdì 26 agosto 2011

Esperienza concreta e credibile di vita cristiana

Le più anziane tra le donne consacrate nella Compagnia sorta con Angela Merici hanno avuto un ruolo importante nelle nostre comunità cristiane.
La loro presenza e la loro opera è stata preziosa: sono state sostegno alle famiglie numerose, hanno assicurato la loro disponibilità alla comunità parrocchiale come catechiste e come volontarie nelle crescenti attività della parrocchia, e in molti casi hanno offerto il proprio tempo come familiari e collaboratrici di sacerdoti.


Questi ambiti sono ancora aperti per le Figli di Angela Merici, ma in un contesto culturale diverso, le più giovani sono impegnate a inserire il lievito del messaggio evangelico anche in molti altri campi, e ad esservi con la testimonianza profetica di chi indica la via per costruire una società più umana.

"Dite loro che, in qualunque luogo si trovino, diano buon esempio". 
Angela Merici, Quinto Ricordo

giovedì 25 agosto 2011

Vegliate!

Brevi commenti al Vangelo di Elisabetta e Maddalena Girelli 
(tratti da GESU' CRISTO SALVATORE E MAESTRO MEDITAZIONI con riflessioni introduttive di Paolo VI a cura di Mario Trebeschi, 1998, pagg. 237-238).


"Noi dobbiamo essere nell'attitudine di operosa vigilanza, Bisogna essere desti. Il cristianesimo non è fatto per la gente che dorme, per chi, senza aspirazioni di sorta, vive meccanicamente, in maniera abitudinaria, immobile nella propria inerzia, lasciandosi portare dalla consuetudine. Se dunque v'è un disagio che scuote ed agita gli uomini, ecco il Signore a dirci esplicitamente: vigilate, state attenti, aprite gli occhi, ascoltate le voci. 
L'anima va tenuta, quindi, in stato di pronto ascolto, e non certo nel torpore di stanchezza, e tanto meno di pigrizia, decadenza, scetticismo o sfiducia. Il monito è: pienezza di attenzione."

Paolo VI, 3 settembre 1967





Elisabetta Girelli
"Beati quei servi che alla venuta del Padrone saranno trovati vigilanti e preparati a riceverlo. Il Padrone, tornando dalle nozze, li farà entrare seco, li farà sedere alla sua mensa, e li ristorerà coll'abbondanza di tutti i beni e coll'eterno riposo. S. Agostino parla così dell'abbondanza della casa di Dio: Quivi saranno tutte le cose desiderate da ognuno; la vita, la salute, la ricchezza, l'onore, la pace ed ogni bene. Quivi si ristorerà il senso interiore dell'uomo nella contemplazione della divinità; ed il senso esteriore con perfetta beatitudine. Dio sarà quasi specchio alla vita dei beati; e lo splendore di sua bellezza sarà tale da rapire tutto il Cielo in estasi d'amore. Egli sarà quasi armonia alle orecchie, miele al gusto, balsamo all'odorato, fiore al tatto. Il godimento di Dio apporterà la sazietà d'ogni bene, e bandirà per sempre ogni male".
Elisabetta Girelli


"E tanto più, sorelle mie, bisogna che siamo vigilanti.."
S. Angela, Regola, Prologo

martedì 23 agosto 2011

I vizi dei farisei

Brevi commenti di Elisabetta e Maddalena Girelli al cap. 23 di Mt.
(tratti da GESU' CRISTO SALVATORE E MAESTRO MEDITAZIONI con riflessioni introduttive di Paolo VI a cura di Mario Trebeschi, 1998, pagg. 235-236).


"Gesù, con tono severo, si mise ad enumerare e smascherare i vizi dei farisei.
Non era sdegno, ma carità che lo faceva parlare.
Quando il cattivo esempio può indurre a rovina molte anime semplici, bisogna levare la voce e gridare ai lupi per salvare gli agnelli....
...Vi sono dei tempi, in cui è necessaria la lotta contro i pubblici scandali, e bisogna entrarvi a costo di intimi ed inenarrabili dolori. Il demonio vorrebbe collo specioso pretesto della carità, chiudere la bocca ai caldi difensori della giustizia; ma questi si confortino coll'esempio del Divin Maestro, e seguano a smascherare l'ipocrisia per difesa del timido gregge". (Elisabetta Girelli)


Maddalena Girelli
"Io sono sempre sincera e veritiera davanti a Dio e agli uomini? L'amor proprio non sa insegnarmi dei nascondigli per occultare i miei vizi, per coprire le mie mancanze, per ingannare chi mi osserva, e discolparmi? Avanti a Dio non è una menzogna il dire una cosa e farne un'altra? Quale strano riscontro tra quello che insegno ad altre, e quello che fo io stessa! O mio Dio, eterna verità, illuminatemi e fatemi operare con sincerità, con rettitudine, e senza riguardi umani" (Maddalena Girelli, Mem. V, 20 novembre 1891)

lunedì 22 agosto 2011

La vocazione alla Compagnia


E' un dono speciale del Signore che esprime la ricchezza dei carismi nella chiesa e che - nella Chiesa e con la Chiesa - chiama a servire il mondo e la sua crescita perché si edifichi secondo il piano di Dio; a lavorare con passione e con spirito di servizio per l'edificazione della città dell'uomo, in attesa di quella del cielo.

E' una chiamata a valorizzare tutto quanto è bello, buono e giusto, tutto quanto è nell'ordine dell'umanità secondo il progetto di Dio.
La Compagnia fondata da Angela Merici si pone in questa tradizione; è una Compagnia di donne che accolgono il dono di appartenere totalmente al Signore nella consacrazione, e che si impegnano a vivere totalmente e per sempre per Dio e, in Lui, ad amare il mondo, la storia e le realtà della terra.

Sono donne che vivono la loro appartenenza alla Chiesa nella dimensione diocesana e con un legame particolare al Vescovo diocesano.

sabato 20 agosto 2011

Per testimoniare la bellezza del Vangelo


La figlia di S. Angela consacrata nella Compagnia di S. Orsola,
fa della propria vita un'offerta libera a Cristo,
rimanendo nel mondo, in obbedienza, castità e povertà
per testimoniare in ogni sua attività quotidiana
la bellezza del Vangelo
e il privilegio di essere sposa di Gesù

mercoledì 17 agosto 2011

Gli ultimi

Commentando il Vangelo di Mt 20, 1-16, Elisabetta Girelli si esprimeva così


Quelli poi che chiamò sul far della sera sono coloro, che Dio invita ad operare efficacemente per la propria salute verso il fine della loro vita; i quali stimolati dalla brevità del tempo si pongono con maggior lena e fervore a ricuperare le ore e le grazie perdute. Così  è tolta ad ognuno la causa di disperazione o di scusa, vedendo che Dio in ogni tempo è disposto a ricevere coloro che vogliano corrispondere agli inviti della sua misericordia.... 
Dio è liberale e magnifico nel dispensare i tesori della sua misericordia, e non guarda tanto al merito dell'opera in se stessa nel darcene il premio, quanto alla buona volontà ed alla perfezione dell'affetto, con cui fu adempita.
Quante volte un'ora sola di fervore val più innanzi a Lui, che i mesi e gli anni di vita rilassata. Perciò molti come gli operai del Vangelo dopo d'aver d'aver portato per tutta la vita il peso della virtù non meritano ricompensa maggiore dei venuti all'ultima ora; perchè non ebbero mai uno zelo somigliante al loro". 


(tratto da GESU' CRISTO SALVATORE E MAESTRO MEDITAZIONI con riflessioni introduttive di Paolo VI a cura di Mario Trebeschi, 1998, pagg. 196-197).




SEI DAVVERO COSI'? CHE MERAVIGLIA!
Signore, ho udito che tu accogli con 
la stessa gioia il peccatore e il santo, 
che ti fai compagno di viaggio 
di chi è abbattuto e di chi è contento, 
e abbracci il rozzo e l'invidioso così come chi è premuroso.
Doni lo stesso amore all'ultimo  che ti ha incontrato e al primo che ti ha seguito
ed hai la stessa pazienza con chi ha una fede salda e con chi è pieno di dubbi.
La mia esperienza di ogni giorno è ben diversa, 
quindi perdonami se mi è difficile crederlo.
Se tu sei davvero così, rimani con me, in questo momento.
Ho bisogno di parlare con qualcuno che mi capisca
e che mi voglia bene nonostante i miei dubbi, le mancanze e i peccati.
Ti presento questi dubbi....
Dammi il tuo amore e la tua pace: ne ho tanto bisogno!


(Entra in preghiera, LA BIBBIA ed. Ancora, nuova traduzione della Conferenza Episcopale Italiana, 2008, pag. 1228)




martedì 16 agosto 2011

Non vi perdete d'animo...

La supplica insistente, sommessa ma intrepida della donna cananea, ci richiama le parole che S. Angela rivolge alle sue dilette figlie e sorelle nel Prologo ai Ricordi
Abbiate speranza e ferma fede in Dio: Lui vi aiuterà in ogni cosa. Pregatelo, umiliatevi sotto la sua grande potenza......Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate,  GRIDATE A LUI COL VOSTRO CUORE  e senza dubbio vedrete cose mirabili....

domenica 14 agosto 2011

La donna delle briciole

Lilia Sebastiani, in Donne dei Vangeli (Ed. Paoline, 1994), commenta il brano di Mt. 15, 21-28. Ne proponiamo un estratto


"... Benchè umile, questa donna è anche indomabile. Non sembra che si risenta della durezza di Gesù - e sarà un fatto di semplice pazienza o di più profonda comprensione? -, tuttavia nell'intimo è così persuasa  del proprio buon diritto , che non può nemmeno sfiorarla l'idea di cedere, di rinunciare. Sembra che non si meravigli  di venir trattata male da un rabbi ebreo, ma stranamente l'atteggiamento iniziale di Gesù non influisce sulla fede profonda che ha in lui.
Per noi è soprattutto una donna che ha il CORAGGIO DI ESSERCI. Supplica per un miracolo. Ma, anche nella supplica, è come se difendesse un diritto. La sua incrollabile fermezza, animata nello stesso tempo dall'amore naturale materno e dalla fede soprannaturale che le fa riconoscere Gesù al di là delle evidenze, ha parte nell'evento di salvezza che si compie.
La sua voce insistente, così sommessa ma così intrepida, sembra la voce di tutte le minoranze oppresse della storia. E' infinitamente significativo che proprio questa donna - pagana, quindi senza radici storiche nella vicenda del popolo eletto - appaia in singolare continuità con i giusti interlocutori di Dio dell'Antico Testamento. In lei vi è qualcosa di Giacobbe che lotta con Dio, qualcosa di Mosè intercessore per gli altri, qualcosa di Giobbe e della sua impotenza che trionfa...
L'idea delle briciole che cadono dalla tavola evoca il mistero del regno, un mistero di sovrabbondanza non limitabile all'interno di categorie o di progetti ristretti...."

sabato 13 agosto 2011

La fede e l'umiltà della donna cananea

Elisabetta Girelli nella sua opera Della vita di Gesù Cristo e degli atti e martirio dei santi postoli. Letture introduttive e morali (1876),  propone un breve commento dell'episodio della cananea ricordato in Mt 15, 21-28. Ne riportiamo un breve stralcio, ripreso da Mario Trebeschi in Gesù Cristo Salvatore e Maestro (1998, pagg 136-138).




"...Alla fede, ed alla costanza,questa povera donna congiunse una profondissima umiltà. Gesù Cristo aveva chiamato figliuoli i giudei; ed  ella anzichè dolersi della lode dei nemici e del biasimo di sua nazione si umilia ancor più e chiama padroni i figliuoli d'Israele. Confessa d'essere indegna di sedere coi figli alla mensa del padre; ma si contenta delle bricciole che cadranno da quella mensa, fermamente sperando che anche i gentili  avrebbero ricevuto qualche poco dei benefici di Gesù...le bricciole della sua bontà, della sua dottrina, de' suoi miracoli. Con questa sì profonda e commovente parola ella volle dire a Gesù: "Se tu mi cacci pe' miei demeriti, io tornerò di nuovo a supplicarti per la tua infinita potenza e bontà..
Quali uomini saranno più forti e gagliardi nella lotta della vita? Quelli che credono e pregano, o quelli che fidando solo in se stessi, sperimentano ad ogni passo la propria impotenza e miseria? E dove, se non dalla fede e dall'umile, e confidente ricorso a Dio attinsero i Santi quello slancio generoso, che li rese capaci nelle più ardue e nobili imprese? La sola fredda ragione ed energia naturale non hanno saputo dare uomini che resistano come resistettero i martiri di Cristo; ella fa dei superbi e degli egoisti, dei veri forti non mai. Chè la vera fortezza consiste nel confidare in Dio quanto più l'uomo si sente debole: e Dio dà la sua grazia a chi si conosce, umilia e prega....Noi siamo ben lungi dall'avere l'umiltà della Cananea..."


Per approfondire "La grande fede della donna delle briciole", segnaliamo il commento di padre Ermes Ronchi
http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.pax?mostra_id=23240



martedì 9 agosto 2011

E' una vocazione SINGOLARE

Le vicende di questo mondo si edificano secondo il sogno di Dio, non solo per la collaborazione generosa dei sacerdoti, dei religiosi, delle religiose e dei laici sposati, ma anche grazie alla presenza e all'opera di persone laiche consacrate.

Le Figlie di Sant'Angela Merici sono tra queste laiche consacrate.
Non hanno una divisa che le renda immediatamente riconoscibili.
Non lasciano il proprio ambiente e la propria casa.
Svolgono professioni le più varie a seconda degli studi e delle attitudini; lavorano in fabbrica, nella scuola, nel campo dell'assistenza, dell'amministrazione e nel servizio a particolari bisogni ecclesiali.
Passano davanti ai nostri occhi,
vivono una vita comune a tutti,
piena di sollecitudini familiari e di lavoro,
e non si distinguono dagli altri se non per "quell'abbigliamento interiore" che ha nome VOCAZIONE e che solo occhi spirituali sanno intuire.

Vedi anche
http://mericiano.blogspot.com/2011/07/una-via-possibile-ed-entusiasmante.html
http://mericiano.blogspot.com/2011/07/la-fraternita-nella-compagnia-di-s.html




lunedì 8 agosto 2011

Una vocazione per aiutare il mondo a crescere secondo il sogno di Dio

"Se le grandi forze che reggono il mondo sono dirette da persone che sono veri discepoli di Cristo e al tempo stesso competenti per studio e capacità, allora il mondo sarà cambiato dal di dentro per la potenza redentrice di Cristo".


Sono parole rivolte dal Papa alle persone che hanno risposto a una speciale chiamata di Dio: la vocazione di vivere da laici consacrati, cioè da battezzati che affidano se' stessi totalmente e per sempre al Signore, stando nella propria casa e nella propria comunità, svolgendo una specifica professione, partecipando alla costruzione della città dell'uomo con spirito di servizio. 

sabato 6 agosto 2011

Ricordo di Papa Paolo VI nel 33° anniversario della morte

Il 6 agosto 1978 moriva a Castelgandolfo il bresciano Giovan Battista Montini, Papa Paolo VI. La Compagnia di S. Angela di Brescia è particolarmente legata a questo Papa per molti motivi, innanzitutto di stima e di familiarità grazie ai rapporti che la sua famiglia intratteneva con la famiglia Girelli e perciò con le nobili sorelle Elisabetta e Maddalena.
Ci piace oggi ricordarlo, evocando le parole da lui rivolte alle Figlie di S. Angela di Brescia il 27 gennaio 1956, quando era ancora Cardinale di Milano:


"....A me pare che ciò che fa lieto il vostro animo è un senso di fierezza, poiché S. Angela ha compiuto un atto di fiducia e vi sentite, in questo atto di fiducia, chiamare ad una statura, ad una sublime ed alta grandezza spirituale, un atto di fiducia rivolto non soltanto a voi, fedelissime, ma, in voi, alla donna, a questo ceto fedele che attinge dal cristianesimo la sorgente della propria vita spirituale.
Ma, anche per un’altra ragione voi siete liete e cioè perché la Santa ha fatto credito alla vocazione femminile fuori del convento, in un tempo in cui la Chiesa era rivolta a rendere più severa la clausura.
Chi ebbe il genio e la fiducia che la donna sarebbe vissuta santamente anche fuori dei conventi fu S. Angela. La Santa ha visto che tutto quello che circondava lo sforzo di perfezione, era, sì, sempre degno, sempre grande, ma ha visto che anche s poteva andare a Dio, prescindendo da tanti mezzi, e dando perciò questa possibilità ad un maggior numero di anime....S. Angela ci appare antesignana di una forma di vita religiosa che oggi la Chiesa vuole diffusa, quella degli Istituti Secolari, che dal 1947 la Chiesa ha inserito nel suo diritto e che S. Angela presagì ed attuò 400 anni prima..."


Invochiamo l'intercessione di Papa Paolo VI, perchè dal cielo continui ad assistere la Compagnia e ogni singola Figlia di S. Angela.

martedì 2 agosto 2011

Il cielo sopra di noi è aperto

"Essere cattolici significa anche essere sempre 'aperti al mondo', amare il mondo e credere insieme; significa essere tolleranti e aperti gli uni agli altri, alla cordiale fraternità nei riguardi di coloro che sanno di appartenere all'unico Padre e che sanno di essere amati dall'unico Signore". L'affermazione è di Papa Benedetto XVI, rivolta sabato sera a una delegazione giunta a Castelgandolfo da Traunstein, cittadina della Baviera meridionale. 
"Gioiosita', cordialita', bonta' crescono pero' soltanto se il cielo sopra di noi e' aperto". "Non tutti i giorni - ha ammesso il Papa - c'è il sole, a volte dobbiamo attraversare vallate buie. Ma possiamo farlo rimanendo gioiosi e umani, se il cielo è aperto per noi, se siamo stati sfiorati dalla certezza che Lui ci ama in tutto, che Dio e' buono e che per questo e' bene essere uomini e donne
."
Di questa apertura al mondo era esperta Angela Merici; la storia della sua vita racconta la ricchezza e la molteplicità di esperienze. Il contatto con le persone e con le culture più diverse, atttraverso i viaggi, l'esperienza di amicizie profonde con uomini e donne, laici e religiosi, giovani e anziani.
Gioia, cordialità, sono atteggiamenti ricorrenti nelle testimonianze dei suoi contemporanei. Dice di lei Gabriele Cozzano, il suo segretario: "Era di tanta gratitudine e gentilezza ....era di tanta carità e unione con Dio, che si riteneva vera debitrice di ogni creatura che vivesse in qualche modo costumatamente e giustamente secondo Dio. ..Con amore materno abbracciava ogni creatura....E chi era il più peccatore, quello era il più accarezzato da lei....Erano  quelle sue parole infuocate, potenti, e dolci, e dette con tal nuovo vigore di grazia, che ognuno poteva essere costretto a dire: Quivi è Dio." 
Non c'è dubbio: il cielo era aperto per Angela Merici. Il cielo è aperto anche per noi.

lunedì 1 agosto 2011

Il Vangelo meditato da Elisabetta e Maddalena Girelli

GESU' CRISTO
SALVATORE E MAESTRO
MEDITAZIONI
con riflessioni introduttive di Paolo VI
a cura di Mario Trebeschi, 1998, 116-118


Sono io, non temete! (Mt 14,22-33)
La prima debolezza di Pietro e di chiunque è chiamato a seguire il maestro, la debolezza di tutto è il dubbio. A chi legge il Vangelo traspare l'incertezza e la gradualità dell'adesione di Pietro al Maestro, che più d'una volta richiamò Pietro alla nuova realtà del Regno di Dio: "Uomo di poca fede, perchè hai dubitato?

(Paolo VI, Ins V, 736, 12 aprile 1967)



Come il Signore aveva comandato, gli Apostoli, entrati nella barca traevano all'altra riva del lago verso Cafarnao. Il cielo era scuro, soffiava un gran vento, il mare era commosso e la barca sbattuta dai flutti, poichè il vento spirava contrario. E mentre gli Apostoli si trovavano a fronte di quella furiosa burrasca, Gesù se ne stette sul monte a fare orazione. Parve che in quella notte li avesse abbandonati soli in mezzo al pericolo; ma invece il suo cuore amoroso anche da lungi li vedeva, li compativa, pregava per loro.
Quanto lunga dovette parere agli Apostoli quella  notte tempestosa senza Gesù!...
Talvolta le prove degli eletti e della Chiesa sono lunghe e terribili, le tempeste infuriano al segno che io timidi si tengono perduti; sembra proprio che Gesù siasi dilungato e non vegga il pericolo della povera navicella sbattuta dall'onde, e non oda le grida di quelli che stanno in tribulazione, nè più voglia venire in loro soccorso. Sembra che mai non ispunti l'aurora sospirata della consolazione e del trionfo; anzi talora sono sì fitte le tenebre e tanto l'orror di quel buio, che quasi siam tentati a disperare di veder sedata la tempesta. Questo è il colmo della tribulazione; ma Dio è fedele, e non permette giammai che siamo tentati oltre le nostre forze.
Quando appunto tutto sembrava perduto, Gesù venne in soccorso degli smarriti Apostoli camminando sulle acque furiose; ed essi in vedendolo "temettero che fosse un fantasma; ed impauriti alzarono le strida". Il buon Gesù subito li rassicurò dicendo "Abbiate fiducia, son io, non temete".
Nessuno degli Apostoli rispose parola al dolcissimo conforto del loro pietoso Maestro fuorchè Pietro, il quale come primo fra tutti e più fervoroso di tutti disse a Gesù "Signore, se siete voi, comandate che a Voi venga sulle acque". E Gesù a lui: "Vieni!".
Pietro non chiese questo segno perchè dubitasse; ma per dimostrare a Gesù che egli confidava tanto nella potenza e bontà di Lui, che sarebbe perfino gettato in mezzo al mar burrascoso senza il menomo timore, se glielo avesse comandato per arrivare più presto a Lui. Però nella sua coraggiosa confidenza Pietro fu umile, nè si gettò da sè in mezzo alle onde, ma disse a Gesù: "Comanda ch'io venga"; nè discese nell'acqua prima che Gesù gli rispondesse: "Vieni"! Allora gettossi in mare e camminava sull'onde. Ma come il vento era assai gagliardo s'impaurì e cominciando a sommergersi gridò "Signore, salvami!".
Pietro passa in pochi istanti dalla confidenza eroica ad un vile timore; egli aveva già fatto il più, aveva creduto alla parola di Cristo, s'era messo in acqua per obebdirlo, già camminava miracolosamente sull'onde; e poi per un soffio di vento teme e vacilla. Così si perde nel poco, esclama s. Giovanni Crisostomo, colui che era stato generoso nel molto, affinchè senta umilmente di sè, e tema sempre la propria facilità ed incostanza.
Infatti non era il vento che faceva sommergere Pietro, ma l'aver dato luogo ad un momento di diffidenza, per la quale Gesù Cristo ritirava il potente suo aiuto.
Buon per lui, che appena si sentì mancare la divina assistenza seppe invocarla!
All'umile preghiera di Pietro, gesù stese subito la mano pietosa a soccorrerlo, e così dolcemente lo rimproverò "Uomo di poca fede, perchè dubitasti?". Ed essendo montati in barca il vento si acquetò.
Oh! come subito torna la calma all'apparire di Gesù!
Fuggono le tenebre ed ogni tempesta si dissipa alla sua presenza! E che potrem più temere, se con noi è Gesù?
Elisabetta Girelli, Vita di gesù Cristo, 267-268


Ho considerato il grande dovere che ho di pregare come Superiora, avendo a mio carico tante anime da aiutare, da mantenere nella loro sublime vocazione, e da condurre a Dio .... e queste anime sono in mare... in mezzo ad ogni pericolo.
Oh! quante volte avrei dovuto ritirarmi sul monte con Gesù, per implorare le sue grazie. Considerai la fatica degli Apostoli,...di notte; senza Gesù, in mezzo alle burrasche.... Ho imparato la costanza nella fatica anche quando nell'anima mia si fa notte  e non sente Gesù; la necessità di unir sempre l'opera colla preghiera per superare i pericoli e le difficoltà... Ho proposto di dedicarmi con grande diligenza all'esercizio dell'orazione e di custodire per quanto potrò il raccoglimento interno.
Oh! quante tempeste ancora mi attendono! Dovrò anc'io come Pietro gettarmi in mare per la prima per superare gli ostacoli, ed andare a Gesù... Oh! quante volte feci dei passi inconsiderati, senza invocare il divino aiuto, e quasi quasi affondavo.
Maddalena Girelli, Memorie III, 345-346, 6 novembre 1872
http://www.angelamerici.org/it_sorellegirelli.php
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